L’abbiamo vista come un diavolo di Prada vestita torturare le sue docili assistenti, ballare e cantare in salopette di jeans sulle note degli Abba, destreggiarsi tra pentole e cucchiai come una qualsiasi cuoca provetta, complicarsi la vita in un triangolo amoroso con Alec Baldwin e Jack Nicholson. Se qualche attrice un po’ attempata si lamenta per la mancanza di ruoli, questo non è certo un problema che sfiora la divina Meryl Streep, che a oltre sessant’anni suonati è ancora sulla cresta dell’onda, richiesta e adulata da produttori, sceneggiatori e registi. Nove film in cinque anni, e tutti di successo, hanno consacrato la nuova primavera di questa grandissima attrice, un talento unico e magistrale che vanta un record ineguagliabile per le giovani leve di Hollywood: 15 nomination agli Oscar, con sole due statuette all’attivo per “Kramer contro Kramer” e “La scelta di Sophie”. Ne mancherebbe una terza per completare l’opera, e chissà se il prossimo non sarà l’anno giusto. Il ruolo per vincere c’è. Stiamo parlando di “The Iron Lady” (La Lady di ferro), pellicola diretta da Phyllida Lloyd, che tratta la vita politica dell’ex premier britannico Margaret Thatcher, interpretata sul grande schermo proprio dalla Streep.
Mentre i bookie già puntano sulla vittoria della star americana nella categoria “miglior attrice”, nel Regno di Sua Maestà, il film sta suscitando polemiche ancor prima di uscire (16 dicembre Stati Uniti e 6 Gennaio in Gran Bretagna) nelle sale. Nonostante il ritratto che la Streep fa della Thatcher è stato sinceramente apprezzato dai critici d’Oltremanica, chi la Lady di ferro l’ha conosciuta di persona, non è stato entusiasta della sua interprete di celluloide, giudicando la pellicola solo un insulto alla memoria di Margaret. Amici, familiari, ed ex alleati politici non hanno infatti gradito l’immagine distorta che il biopic della Lloyd dà dell’ex leader Tory, rappresentata come una donna isterica ed eccessivamente emotiva. Sotto accusa ci sarebbe soprattutto l’inizio della pellicola che ci mostra un’anziana Thatcher oggi, debole, fragile e afflitta dalla demenza senile, mentre colloquia a vuoto col marito Denis, morto otto anni prima, o va a comprare un litro di latte e resta scioccata dai prezzi del 21esimo secolo. Un’immagine che per quanto, purtroppo, risponde alla realtà, è anche molto lontana da quella della leader inflessibile che ha governato la Gran Bretagna dal 1979 al 1990. Nata nel 1925 da padre droghiere, Margaret Hilda Thatcher – Baronessa dal 1990 – è stata la prima e unica donna a ricoprire il ruolo di Primo Ministro nel paese più tradizionalista al mondo, la Gran Bretagna. Militante conservatrice, pur non avendo pregiudizi verso aborto ed omosessuali, è riuscita a sfondare ogni barriera di genere e di classe affermandosi in un mondo ancora troppo dominato dagli uomini e diventando una delle donne più potenti del ventesimo secolo. Il soprannome “Lady di ferro” le fu dato dai media sovietici dopo un discorso in cui attaccava duramente l’URSS, ma il nomignolo si addice bene alla straordinaria e controversa personalità di questa donna passata alla storia per il pugno forte, la determinazione e la coerenza mostrate nell’affrontare più di una crisi, dalla guerra delle Falkland agli scioperi dei minatori. Tutte queste qualità hanno colpito profondamente la Streep che, sebbene sia una simpatizzante progressista, non ha esitato un istante a calarsi in questa parte per la quale ha deciso di decurtarsi il suo ingaggio ad appena un milione di dollari, poi devoluto in beneficenza. “E’ stato un privilegio interpretarla – ha detto la Streep in un’intervista al Daily Mail -. The Iron Lady è uno di quei film per cui ringrazio il cielo di essere una attrice. Ovviamente non sono d’accordo con molte delle sue politiche, ma sento che ci credeva veramente e che si basavano su convinzioni oneste, non era un politico cosmetico che cambiava faccia per adattarsi ai tempi. Credeva veramente in ciò che faceva, ed era coerente, è qualcosa di molto raro.”
Se il pluripremiato all’Oscar “Il Discorso del Re”, sull’amato Re balbuziente Giorgio VI, aveva unito e commosso l’intero paese, è scritto nel destino di Margaret Thatcher di dividere il paese nel bene e nel male anche oggi che ha 86 anni, e da 21 non è più la protagonista sul palcoscenico della politica. Ma al di là delle polemiche, c’è – ed è un dato di fatto – una grande interpretazione di Meryl Streep, l’ennesima, che si è guadagnata sulla stampa ingelse apprezzamenti bipartisan. Per il The Guardian, The Iron Lady pur dandoci una una “Thatcher senza il thatcherismo”, rafforzandone la leggenda di donna determinata, poco propensa ai compromessi, glissa sul costo umano e sugli effetti a catena che il suo intransigente stile di governo ha determinato nel paese; ma “la perfomance di Meryl Streep è stupefacente e impeccabile; un capolavoro di mimetismo che re-immagina la Thatcher in tutta la sua quasi dimenticata gloria”. Sulla stessa lunghezza d’onda il più conservatore Daily Telegraph che ha abbandonato tutti i preconcetti pregressi davanti ad “una performance precisa e autorevole” che non fa assolutamente rimpiangere un’interprete British invece che della “Americana” Streep. “Si può pensare che qualche talentuosa attrice britannica avrebbe potuto cavarsela nel ruolo – scrive David Gritten -, ma è difficile immaginare qualcuno in grado di farlo meglio della Streep”. Del resto, non è lei la migliore attrice vivente al mondo? Vi lasciamo la risposta alle immagini del trailer internazionale di The Iron Lady, in attesa di vederlo al più presto anche in Italia.
Enrica Raia
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